Questo lavoro nasce dalla possibilità di riconoscere nei Dialogi alcune peculiarità della società del tempo. L’interesse è scaturito dalla constatazione di un tratto caratteristico della personalità di Gregorio Magno: il suo sguardo profondo non soltanto sul piano religioso, amministrativo e politico, ma anche sul piano umano (e umanitario), attento ai problemi di quanti appartenevano agli strati inferiori della società e si trovavano in uno stato di necessità materiale e di degrado spirituale e morale. Dopo una presentazione generale, focalizzata su alcuni nuclei tematici (concezione, comunicazione e ricezione del miracolo; nesso storia-agiografia-geografia/spazio sacro), il volume è dedicato in particolare a queste figure “minori” o, per meglio dire, portatrici di un deficit sul piano socio-economico e socio-culturale, e alla loro rappresentazione. Si tratta di personaggi (malati, indemoniati, ladri, poveri, mendicanti e bambini) che beneficiano di miracoli, sono destinatari di punizioni, oppure di virtuosi latori di un esempio di vita, finanche dei santi stessi protagonisti delle vicende: a tutti costoro si è cercato di restituire “carne e sangue”, tratteggiandone il profilo e il ruolo rivestito nella narratio miraculorum, nella consapevolezza che quest’opera, semplice e complessa allo stesso tempo, profondamente ancorata alla mentalità altomedievale, è aperta su problemi eternamente contemporanei e sulle loro possibili soluzioni umane, prima che religiose.
Info: Edipuglia